NEUROFEEDBACK DINAMICO, SCIENZA O MARKETING?

Da più di due anni sono sottoposto a richieste di chiarimenti da parte chi, informandosi legittimamente su NeurOptimal®, s’imbatte online in un articolo anonimo con una tabella comparativa del tutto fuorviante. La polemica nasce da un paragone a mio parere improprio fra il Neurofeedback con EEG quantificato e il Dynamical Neurofeedback® NeurOptimal®, come se l’uno si contrapponesse all’altro per il solo fatto di chiamarsi entrambi “Neurofeedback”. Come se l’uno fosse uno strumento validato scientificamente ed utilizzato unicamente da personale sanitario e l’altro una mera operazione di marketing.

In realtà, come dimostrerò, il problema non si pone, vista la diversa natura dei due oggetti che non devono e non possono essere paragonati. Come non si paragonano le mele con le pere, entrambe buone, ma diverse. Penso quindi che sia mio dovere, in quanto Fondatore e Presidente di Neurottimo SDN (School of Dynamical Neurofeedback®), oltre che Istruttore abilitato Zengar NeurOptimal®, ricontestualizzare il tutto per fornire informazioni attendibili a chi si interessasse al mondo del Neurofeedback in modo complesso, senza semplificazioni di sorta.

Il primo e più importante argomento che viene portato come prova della supposta superiorità del Neurofeedback con EEG quantificato che chi ha elaborato la tabella comparativa definisce “tradizionale” o “scientifico”, contrapponendolo impropriamente a quello che loro chiamano “dinamico” o “a-scientifico” (non citando il marchio registrato Dynamical Neurofeedback® NeurOptimal®) sarebbe il fatto, mai negato da nessuno, anzi sempre molto chiaramente affermato e rivendicato, che NeurOptimal®, come espressamente detto dalla FDA (Food and Drug Administration, il massimo organo sanitario statunitense) non è un Medical Device, presidio medico chirurgico, ma un General Wellness, strumento di benessere generale, come se questa caratteristica fosse di per sé un difetto, da cui dedurre l’inesistenza di valido background scientifico. Come se il fatto di poter essere utilizzato da chiunque senza nessun pericolo e non solo da personale sanitario, ne facesse di per sé uno strumento del tutto inefficace e in balia di persone senza scrupoli svincolate da ogni codice deontologico (sic). Teniamo a sottolineare il fatto che il Dynamical Neurofeedback® NeurOptimal® è utilizzato prevalentemente da seri professionisti, anche in ambito psicoterapeutico e sanitario, che sono vincolati da un codice deontologico, a cui per altro gli autori della tabella comparativa di cui sopra non si adeguano (articoli 33, 34 e 36 del codice deontologico degli psicologi) screditando pubblicamente i propri colleghi e opponendosi di fatto alla divulgazione di una metodologia il cui unico scopo è massimizzare il benessere delle persone.

L’inventore stesso del Dynamical Neurofeedback ® NeurOptimal®, il dottor Valdeane Brown Phd fondatore dello Zengar Institute Inc, si è dato come mission quella di mettere a disposizione di chiunque un valido ed efficace strumento di Brain Training che potesse mettere il cervello nelle migliori condizioni possibili per gestire efficacemente qualsiasi tipo di situazione anche, ma non solo, al di fuori di qualsiasi ambito clinico, permettendogli di innescare autonomamente un processo di autoregolazione ed autoguarigione.

Queste caratteristiche ne fanno un potente alleato in primis dei terapeuti, medici e psicoterapeuti, che ne apprezzano le qualità di attivatore di risorse e di acceleratore/facilitatore di processi terapeutici, a prescindere da qualsiasi valutazione di tipo diagnostico. La sua grande versatilità ne fa un potente alleato anche del coaching aziendale e sportivo, nonché del counselling. Si rivela un’ottima risorsa per migliorare le alte prestazioni anche in ambito artistico per musicisti, danzatori e performer. Ne si fa ampio utilizzo ovviamente anche nei centri benessere e nelle associazioni sportive. Molte persone, dopo averne sperimentato i benefici nello studio di un professionista, acquisiscono lo strumento per un utilizzo familiare autonomo. Ecco che cos’è uno strumento di General Wellness.

Sono queste caratteristiche che presuppongono la sua non scientificità?

Al contrario, come dimostreremo, il background scientifico di NeurOptimal® è estremante avanzato e fondato sulla validità del modello “Olonomico del cervello” di Karl Pribram, fondatore della neuropsicologia e professore di Valdeane Brown alla Stanford University, paradigma ampiamente supportato da studi scientifici molto recenti nel campo delle neuroscienze.

Il fatto che NeurOptimal® non richieda per il suo utilizzo delle competenze particolari, non vuol dire che sia acqua fresca. Al contrario la sua estrema semplicità di utilizzo sia per l’operatore che per il cliente, rima con l’altrettanto estrema complessità di calcolo con cui il software tratta il segnale EEG, che nulla ha a che vedere con la quantificazione delle onde cerebrali svolta dal Neurofeedback “tradizionale”. Ma di questo specifico argomento ci occuperemo più avanti, anche se in conclusione è quello determinante.

Veniamo ora al secondo punto, che è una diretta conseguenza del primo

I nostri detrattori affermano che, per il Dynamical Neurofeedback® NeurOptimal®, non esistono studi scientifici in peer reviewed (falso) pubblicati su Pubmed (vero). Come facilmente verificabile sulla pagina https://neuroptimal.com/research/ del sito NeurOptimal.com esistono alcuni studi in peer reviewed, così come moltissimi studi esperienziali di raccolta dati in svariati ambiti del benessere psicofisico svolti da fior di professionisti anche in collaborazione con istanze universitarie di ogni ordine e grado. Che questi studi non siano pubblicabili su Pubmed è un’evidenza legata al fatto che NeurOptimal® non è un Medical Device, ma un General Wellnes”. Come tale molto difficilmente potranno essere pubblicati su Pubmed…

NeurOptimal® non pretende di essere una terapia specifica per nessun disturbo in particolare, e non ci sono, contrariamente al Neurofeedback con EEG quantificato, protocolli per questo o quell’altro disturbo, malattia, sindrome… Questo non ne esclude la validità e l’efficacia in svariate e molteplici situazioni, di cui sono testimoni i numerosissimi autori degli articoli sopra citati e le migliaia di terapeuti che lo utilizzano in complemento o parallelo alle loro specifiche competenze come attivatore di risorse e/o acceleratore di processo terapeutico. Ma di allenamento si tratta e non di trattamento medico. Come più volte ribadito.

Last but not least, il paradigma scientifico molto fondato e ampiamente condiviso nella comunità neuroscientifica su cui si basa NeurOptimal®, è quello della matematica e della fisica dei sistemi dinamici non lineari complessi (per cui Giorgio Parisi ha vinto il Nobel per la fisica, ndr). Il comportamento a lungo termine dei sistemi dinamici non lineari di cui il cervello fa parte, è per definizione prevedibilmente imprevedibile e quindi molto difficilmente inquadrabile in un protocollo di ricerca scientifica classica che si basa necessariamente su processi lineari di causa a effetto dimostrabili e quantificabili. Quantificazione che per definizione NeurOptimal® non farà mai, ma che è il processo di cui si avvale il per altro validissimo Neurofeedback con EEG quantificato, che non ci permettiamo certo di rimettere in discussione. Ancora una volta non si paragonano le mele con le pere. Ma contestare l’evidenza di migliaia di persone che grazie a NeurOptimal® hanno avuto accesso a risorse fino ad allora inutilizzate, non è possibile oltre che essere profondamente ingiusto nei loro confronti e di chi li ha aiutati a raggiungere tali risultati.

La terza caratteristica peculiare di NeurOptimal® che non viene apprezzata come risorsa, ma utilizzata come argomento inconsistente per dimostrare la sua supposta inferiorità, sarebbe il fatto che l’algoritmo matematico complesso su cui esso si basa, analizza il segnale EEG “solo” 256 volte al secondo, allorquando il Neurofeedback tradizionale lo analizza ben 1024 o addirittura 2048 volte al secondo. A questa obiezione ne viene aggiunta una seconda, anch’essa del tutto inconsistente: NeurOptimal® utilizza “solo” due sensori attivi per la raccolta e l’analisi dei dati EEG, mentre il Neurofeedback tradizionale ne utilizza un numero compreso fra 8 e 16 permettendo una mappatura dell’attività cerebrale mirata a costruire dei protocolli personalizzati su base diagnostica.

Ora vediamo perché per NeurOptimal® disporre di 2 sensori che rilevano l’attività corticale analizzandola 256 volte al secondo, non è un limite, ma una risorsa. E vediamo anche perché per il Neurofeedback tradizionale è necessario al contrario utilizzarne un numero maggiore con una risoluzione temporale superiore. Questa differenza fa “tutta la differenza” fra NeurOptimal® Dynamical Neurofeedback® e il Neurofeedback tradizionale. Le differenze non devono essere utilizzate per sminuire l’altro, ma per valorizzare ognuno nel proprio specifico settore di competenza. La diversità dovrebbe essere vista come valore e opportunità di crescita reciproca in uno spirito di collaborazione e confronto costruttivo. Non come pretesto per costruire muri.

Valorizziamo quindi e singolarizziamo il Neurofeedback tradizionale con EEG quantificato: esso si basa, come dice il suo nome, sulla quantificazione delle onde cerebrali. La quantificazione richiede quanta più precisione possibile sia in termini di tempo che di frequenza, anche se, secondo il principio di indeterminazione di Heisemberg, un osservatore esterno potrà misurare con precisione il tempo e in maniera approssimativa la frequenza, oppure con precisione la frequenza e in maniera approssimativa il tempo. In ogni caso più è elevata la risoluzione spettrale e temporale di analisi quantitativa dei dati EEG, migliori saranno i risultati ottenuti. Quindi il Neurofeedback tradizionale necessita di quanta più precisione possibile, anche in un’ottica valutativo-diagnostica dell’EEG della persona tramite rilevazione della base-line pre e post seduta da confrontare con l’imprescindibile data base normativo costruito su base statistica che serve a stabilire un protocollo medico personalizzato volto a normalizzare l’attività cerebrale della persona. Questo data base contiene dei target statici di riferimento quantitativo che bisogna raggiungere inibendo o aumentando l’attività cerebrale su specifiche frequenze tramite esercizi coscienti guidati da un terapeuta per ottenere il risultato voluto. Questa procedura clinica che deve essere svolta unicamente da personale sanitario adeguatamente formato ha tutta la sua rilevanza nel trattamento di specifici disturbi e patologie quali ADHD, Epilessia, Depressione, Ansia, PTSD.

Passiamo ora al Dynamical Neurofeedback® NeurOptimal® e vediamo che cosa lo differenzia da qualsiasi altro sistema di neurofeedback al mondo, e quindi che cosa crea un’opportunità densa di valore per chiunque si occupi del benessere delle persone. Esso non è semplicemente “dinamico”, ma “dynamicAL”. Il Dynamical Neurofeedback® NeurOptimal® è in grado di sincronizzarsi con il cervello perché ha imparato i passi della sua danza caotica grazie alla ricerca portata avanti dal dottor Valdeane Brown Ph.D., allievo di Karl Pribram, che ci fa ragionare sulla sottile differenza che esiste in inglese tra “dynamic” e “dynamical”: “Dynamic si riferisce al cambiamento, mentre DYNAMICAL si riferisce ai cambiamenti nel modo in cui il cambiamento avviene mentre sta accadendo” (Dr. Valdeane Brown Ph.D). Dynamic è qualcosa in movimento. DYNAMICAL è qualcosa che impara da quel movimento a fare qualcosa di diverso da quello che faceva prima, è qualcosa che si adatta in base ai cambiamenti.

Questo è il motivo per cui esso può avvalersi di “soli” 2 sensori attivi posizionati in due punti particolari C3 e C4 della mappa10/20 della teca cranica e per cui è ampiamente sufficiente una risoluzione temporale di “solo” 1/256 di secondo. NeurOptimal® non ha alcuna pretesa di quantificare l’attività cerebrale della persona per specifiche frequenze. Il metodo di analisi dell’EEG si disinteressa totalmente di questo aspetto ed è quindi completamente diverso da quello utilizzato dal Neurofeedback tradizionale. Questo aspetto non viene in nessun modo valorizzato né capito da chi ha redatto la tabella comparativa di cui sopra senza avere la minima idea ed esperienza di ciò di cui cosa stava parlando.

NeurOptimal® misura la variabilità emergente, il cambiamento, gli shift in termini di durata, intensità e frequenza di ogni singolo evento corticale nello scorrere del tempo, danzando matematicamente grazie alla Join Time Frequency Analysis, alle trasformate di Fourier e all’algoritmo di Gabor (matematica e fisica dei DNLS Dynamical Non Linear Systems per cui Giorgio Parisi ha vinto il premio Nobel) sulle cuspidi dell’EEG, notificando tramite feedback negativo uditivo e visivo al cervello ogni cambiamento in atto nella sua attività.

Chi usa il Neurofeedback tradizionale deve lavorare in ambienti non contaminati elettromagneticamente, perché qualsiasi interferenza provocherebbe un’analisi quantificata falsata perché aumentata su determinate frequenze. NeurOptimal® invece non tiene in nessuna considerazione le interferenze elettromagnetiche. Il motivo è che esse appaiono come sinusoidali costanti e, non essendo quindi soggette a variabilità emergente, non intervengono minimamente nel processo che determina la comparsa del feedback negativo dell’interruzione.

Questo processo si svolge totalmente al di sotto della soglia di consapevolezza della persona a cui non è richiesto di raggiungere nessun target quantitativo specifico di riferimento, rendendolo usufruibile da chiunque anche in assenza totale di abilità cognitive, come nel caso di gravi handicap e lesioni cerebrali.

Questo processo non necessita in alcun modo dell’intervento dell’operatore a cui non è richiesta nessuna competenza medico-sanitaria, anche se in concreto è utilizzato da un numero sempre più crescente di medici e psicoterapeuti.

NeurOptimal® non ha nessuna pretesa di dire al cervello quello che deve o non deve fare e certamente non come farlo o non farlo. Questo è il mestiere dei nostri stimati colleghi del quantificato. NeurOptimal® dice “semplicemente” al cervello quello che sta facendo permettendogli di innescare un processo di autoregolazione tramite la sincronizzazione attraverso il caos, meccanismo ben conosciuto da chi si occupa di sistemi complessi e cibernetica. Ma anche di psicoterapia.

Il paradigma dinamico non lineare di NeurOptimal® parte dal presupposto che non ci sia niente di giusto e niente di sbagliato in quel cervello che per definizione non può essere “normale”, ma che è unico e non riducibile ad un’analisi quantificata. In quel cervello in quel momento c’è solo quello che c’è! Il compito di NeurOptimal® è di notificarlo al cervello mentre sta accadendo. Sulla base di questa “semplice” informazione che notifica il cambiamento attraverso il cambiamento (interruzione nella musica melodica) il cervello avrà l’opportunità, non l’obbligo, di scegliere un’altra modalità operativa alternativa a quei soliti modi di fare che spesso, in seguito ad esperienze traumatiche, ne limitano la capacità di adattamento determinandone la disfunzionalità.

Per svolgere questo compito estremamente complesso sono sufficienti “solo” 2 sensori che rilevano “solo” 256 volte al secondo la sommatoria di tutta l’attività cerebrale, non localizzata in un’area specifica sotto i sensori attivi, (ma distribuita olograficamente in ogni singola parte sufficientemente grande dell’albero dendritico) in termini di variabilità emergente. Tale sommatoria la si raccoglie in C3e C4 in quanto posizionati strategicamente a questo fine. Non si cambia mai il posizionamento dei sensori in base ad una valutazione diagnostica per questo o quel disturbo, perché, ancora una volta il fine non è raccogliere quello che c’è nella mappa del cervello sotto il sensore, ma un set significativo di variabilità emergente nella sommatoria di tutta l’attività corticale presente sotto forma di distribuzione olografica in qualsiasi porzione sufficiente grande dell’albero dendritico. Per questo motivo i sensori potrebbero, se necessario, a causa della presenza in C3 o C4 ad esempio di una placca metallica essere posizionati altrove, senza compromettere il buon esito del training.

La variabilità emergente è uno shift significativamente rilevante rispetto alla variabilità presente un attimo prima. Non rispetto a un data base normativo quantificato, ma rispetto a quello che c’era un attimo prima. Quando in un singolo evento corticale preso in successione temporale rispetto ad altri eventi della stessa natura, emerge una differenza in termini di durata, intensità e frequenza significativamente rilevante rispetto alla variabilità un duecentocinquantaseiesimo di secondo prima rilevata, si innesca il feedback dell’interruzione della musica che notifica al cervello il cambiamento in atto dandogli l’opportunità di evolvere positivamente.

Se la variabilità presente un attimo prima era importante, ci dovrà essere una variabilità ancora più grande per innescare il feedback dell’interruzione. Se la variabilità presente un attimo prima era minima, sarà sufficiente una piccola variabilità supplementare per innescare l’interruzione, opportunità di autoregolazione del sistema dinamico non lineare che è il cervello. Come farlo e quando farlo lo deciderà lui, non l’operatore, che non interviene nel ciclo di feedback (non c’è nessuna valutazione quantitativa o qualitativa da fare, la matematica di NeurOptimal® non è giudicante). Come del resto non interviene attivamente la persona che si sottopone al training. Tutto si svolge al di sotto della soglia di consapevolezza della persona in una danza matematica fra il cervello e il sistema NeurOptimal®.

Questo non vuol dire che la persona sia passiva. Al contrario si attivano i processi di assunzione di responsabilità del cambiamento in atto nella vita delle persone, che anche smettono di delegare al terapeuta di turno la responsabilità della loro guarigione. Quest’ottica depatologizzante è liberatoria per la persona e anche per l’eventuale terapeuta che aggiunge NeurOptimal® alle proprie specifiche competenze sanitarie come attivatore di risorse e facilitatore di processo terapeutico. Ma NeurOptimal® non è e non sarà mai una terapia. NeurOptimal® è un brain training system. Che qualcuno mi dica ora in nome di chi o che cosa sarebbe inferiore o superiore al suo fratello maggiore, il Neurofeedback con EEG quantificato. NeurOptimal® è “solo” diverso. Preziosamente diverso. Invito chi ci ha mal giudicato a fare qualche sessione (magari da un bravo collega) e/o ad iscriversi ai nostri corsi dandosi un’opportunità di approfondimento degli argomenti sopra citati. Le informazioni che noi forniamo sono rilevanti, ben definite e tutt’altro che astratte, oltre che essere scientificamente fondate.

Buon lavoro a tutti, a ciascuno nel proprio ambito e nel rispetto reciproco

Francesco Lanza

Fondatore e Presidente di Neurottimo SDN (School of Dynamical Neurofeedback®), Rappresentante e Istruttore abilitato Zengar NeurOptimal®