Come superare la Sindrome da Stress Post Traumatico PTSD e migliorare le abilità di bambini affetti da sindromi della socializzazione

Il seguente testo è una libera traduzione dello script originale inglese del video di YouTube

Natalie : La mia sensazione è di aver ripreso il controllo di mè stessa e di riessermi allineata con chi sono veramente. Le mie peripezie sono cominciate con entrambi i miei ragazzi a cui è stata diagnosticata una condizione metabolica estremamente rara nel 2010. Questa sindrome provoca convulsioni e vari gradi di disabilità, sia intellettuale che fisica. Questa condizione dei miei ragazzi mi ha causato un disturbo da stress post-traumatico, che si traduceva in preoccupazione cronica, stress cronico, paura per il futuro, molte ansie quotidiane. Mio figlio maggiore è morto nel 2016. Aveva anche una carenza di cellule ADSL e aveva solo nove anni e mezzo quando è morto. È ancora oggi il mio più grande maestro. Imparo ancora tanto ogni giorno da lui, e faccio l’esperienza di averlo sempre con me. Ovviamente però, la sua scomparsa ha innescato molti problemi in me. Proprio in quel momento stavo facendo molte cose e la mia attività stava crescendo. Stavo crescendo mio figlio che aveva dei bisogni speciali. La mia vita era abbastanza piena e ho pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato in me. Mi sentivo come se le mie ruote stessero girando, ma non stavo andando da nessuna parte. Ero in ansia per le cose. Avevo molta paura o indecisione. E perché non potevo tenere tutto insieme? Perché non riesco a rimanere concentrata? Perché non posso rimanere in attività? Perché non riesco a raggiungere i miei obiettivi ? Ero una persona molto motivata e poi ho avuto l’impressione di autodistruggermi. È stata una presa di coscienza molto profonda quando ho realizzato che non c’era niente di sbagliato in me. Tutto ciò era conseguenza di un trauma e questo è quello che succede a una persona traumatizzata. Il trauma mi sembrava un pozzo senza fondo nel mio stomaco. Era qualcosa che sentivo fisicamente e lo stavo riempiendo di cibi malsani, cercando di compensare, suppongo, il mio trauma o il mio dolore e la perdita di mio figlio, così come l’ansia che mi generava la gestione dell’altro figlio. Sai, penso di essere di solito una persona piuttosto positiva, ma ero davvero spaventata. Non avrei mai riportato la mia vita in carreggiata. Sai, ho passato sette anni a fare tutto questo lavoro su me stessa, e poi ho sentito molto parlare del Neurofeedback nei libri che stavo leggendo mentre studiavo esercizi di consulenza e sollievo dai traumi. E poi hanno parlato di come, sai, il Neurofeedback può aiutare le persone con PTSD e cose del genere. E ho pensato, beh, ci proverò. E così ho iniziato a cercare un trainer locale, ed ho trovato Steve.

Steve: È stato fantastico lavorare con Natalie e suo figlio per supportarli nel loro processo di cambiamento. Le persone si siedono semplicemente su una sedia bella e comoda, spesso con una coperta. Colleghiamo i sensori che misurano l’attività elettrica. E questo feedback, che ha la forma di un’interruzione nella musica, riporta un cervello al presente. Ed è ciò che aiuta il cervello ad elaborare le informazioni in modo più efficiente e ad auto-ottimizzarsi o correggersi.

Natalie: Dopo solo un paio di giorni, ho notato semplicemente che delle piccole cose miglioravano; entravo nella mia routine mattutina in maniera fluida piuttosto che rimuginare su cosa avrei fatto durante la giornata, così come non ero più bloccata in un loop ripetitivo. È stata un’esperienza davvero incantevole, semplicemente così rilassante. Lo adoro. Lo faccio ancora oggi, anche tre volte a settimana.

Steve: Le persone che continuano ad allenarsi regolarmente, notano che diventano più resilienti o adattabili, più flessibili. E in questo mondo, è davvero importante essere flessibili e resilienti.

Natalie: Ho pensato, beh, se ci sono dei piccoli cambiamenti in me che posso notare, mi chiedo come funzionerebbe con mio figlio. Quindi abbiamo provato tre mesi con lui. Ho potuto vedere i cambiamenti in lui praticamente fin dalle prime due sessioni. All’improvviso stava iniziando a guardare in alto e intorno a lui e a ciò che lo circondava, stabilendo un contatto visivo, sorridendo come se stesse diventando più socialmente impegnato nel suo ambiente. Tutto ciò che volevo era solo vederlo sorridere. Le piccole cose sono le benedizioni. Sì, molto. Anche molte più risatine escono da lui, quindi più sessioni faccio con lui, più è rilassato, sai, anche dalle convulsioni che ha. Possiamo vedere che si sono ridotti in frequenza e anche nell’intensità delle convulsioni.

Steve: Quello che amo del Sistema NeurOptimal®, in primo luogo, è che supporta il cervello delle persone nell’autoregolarsi. Quindi non stiamo spingendo un cervello in una direzione particolare. Gli stiamo solo fornendo informazioni pure, e il cervello farà ciò di cui avrà bisogno.

Natalie: Sai, alcuni dei cambiamenti che ho notato in me sono stati piuttosto profondi, in particolare riguardo all’essere molto più sicuri di me. Mi sento come se fossi  più positiva, molto più consapevole di me stessa. Non procrastino neanche la metà di prima. E sono molto più efficace. Sono molto più produttiva con meno senso di sopraffazione, il chè è enorme. I cibi malsani che stavo mangiando e bramando, semplicemente non li desidero più. Sai, ho passato sette anni a lavorare su me stessa per superare gli effetti del disturbo da stress post-traumatico. E i più grandi cambiamenti nella mia vita sono stati negli ultimi nove mesi da quando ho iniziato il Dynamical Neurofeedback®. Non si tratta solo di me, si tratta di aiutare tutti gli altri. Ed è quello che faccio nel mio lavoro quotidiano:  aiutare le altre persone e connettersi con i loro corpi. Tutto ciò che ho imparato, tutto ciò che faccio, tutto ciò che insegno adesso è tutto nelle esperienze che ho avuto, nei molti risultati che abbiamo avuto nei tre mesi che abbiamo utilizzato il sistema NeurOptimal®. Ho pensato che sarebbe stato fantastico per i miei clienti. E così ho comprato il Sistema e adesso i miei clienti hanno il privilegio di poterlo usare anche loro.

Steve: La cosa bella di questo sistema è che non importa che età hai, che condizione hai, perché la realtà è che stiamo allenando persone, non condizioni.

Natalie: Ho sperimentato molti vantaggi con NeurOptimal®. Vorrei davvero averlo trovato prima per me e mio figlio.

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