Diventare neurotrainer: tutto quel che c’è da sapere sul Corso di Neuroptimal® – Parte 3

Il funzionamento del sistema è decisamente semplice. Si tratta di un software su un computer dedicato, collegato a un piccolo apparecchio che traduce i segnali analogici del cervello in segnali digitali da inviare al computer. Nel corso si impara ad utilizzarlo e a dare inizio alle sessioni di Dynamical Neurofeedback® Neuroptimal® .

A disposizione dei neurotrainer il corso prepara varie postazioni dotate di computer, zamp, un amplificatore che, tramite i sensori da posizionare sulla scatola cranica del cliente, legge le attività corticali, ne amplifica il segnale, lo traduce in digitale e lo invia al computer, una cuffia per ascoltare la musica e la pasta che serve ad applicare i sensori, oltre a un pacchetto di salviette umidificate per pulirli alla fine. Gli studenti si alternano per sperimentare le varie fasi di attivazione (e i più fortunati fare anche una sessione da cliente).

L’uso del software è semplice e intuitivo, si lavora off line e occorre aggiornare periodicamente il sistema, con un servizio assistenza sempre a disposizione. Quello che serve è solo un po’ di manualità per posizionare correttamente i sensori sulla testa (nei punti C3 e C4) e sulle orecchie. Il resto, viene da sé: si avvia il programma, la musica ha inizio, si spegne la luce e si lascia che il cliente trovi una propria dimensione di relax per potersi abbandonare alla sessione, con un volume di musica piacevole.

Al primo colloquio può essere utile mostrare al cliente cosa fa il software facendo vedere una sessione già svolta. Attraverso due grafici, chiamati Spectra e Targets è possibile fornire al cliente qualche informazione circa quanto accadrà. Spectra raffigura in forma di grafico l’attività elettrica del cervello in Hertz. Targets invece mostra come cambia il margine di variabilità e le relative interruzioni musicali. Sono piuttosto intuitivi , soprattutto il grafico Targets, che individua in un cambio di colore (da bianco a giallo) il momento dell’interruzione musicale. Ma, attenzione: nessuno di questi strumenti fornisce dati interpretabili. Ogni sessione è unica, ogni cervello è unico e non esistono parametri di riferimento. Prima e dopo la sessione può essere una buona pratica raccogliere le impressioni del cliente: la verbalizzazione aiuta a comprendere i cambiamenti in corso.

È (quasi) tutto. I dettagli più tecnici naturalmente vengono spiegati e analizzati nel corso, alla fine del quale è bene fare pratica. E prepararsi al corso Advanced.